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nel seguito una breve presentazione, la scheda artistica e un riassunto dell'argomento.
Nella sezione Multimedia potrete vedere alcune foto e ascoltare alcuni brani dell'opera.

L’opera lirica contemporanea Fortuny Venise

Il nucleo di FORTUNY VENISE è l’affascinante e poliedrica personalità di Mariano Fortuny e Madrazo, figlio del pittore Marià Fortuny e Cecilia de Madrazo.
Più che una messinscena biografica, la musica di Diego Dall’Osto e il libretto di Lluís Meseguer propongono un’immersione nella complessa ed emozionante epoca vissuta dall’artista, nei rapporti personali con le personalità del mondo artistico e della tecnica, con le sue creazioni estetiche e industriali, nel contesto dei fatti storici più salienti del Novecento.
Il lavoro preparatorio dell’opera si é basato sulle ricerche esistenti di eccellenti studiosi come Guillermo di Osma e Marzia Maino e di scrittori come il poeta Pere Gimferrer; mentre l’impressionante Museo Fortuny é stata fonte di ispirazione documentale e visiva.
Testo, musica e messinscena, con la regia di Rafael Duran, formano un continuum in cui i diversi linguaggi si riflettono gli uni negli altri. Fortuny Venise propone una serie di visioni liriche attraverso le quali si sviluppano motivi di riflessione storica ed estetica, spunti per la comprensione di un tempo che per certi aspetti è ancora il nostro, e forse quello di sempre.

CREAZIONE E PRODUZIONE DI FORTUNY VENISE

L’opera è una produzione di ACTEON, in collaborazione con CASTELLÓ CULTURAL, INSTITUT VALENCIÀ DE LA MÚSICA e METRÒNOM.

SCHEDA ARTISTICA

DIEGO DALL’OSTO (Compositore)
Diplomato in Organo e Composizione presso il Conservatorio di Musica di Vicenza e in musica elettronica nel Conservatorio di Venezia. Ha partecipato a numerose rassegne musicali internazionali. Attualmente insegna presso il Conservatorio di Mantova. (www.dallosto.com)

Del progetto musicale dell’opera dice:
Gli elementi musicali utilizzati presentano molteplici sfaccettature: materiali completamente sintetici; materiali acustici trattati con i programmi informatici; materiali concreti registrati della realtà quotidiana; materiali tradizionali, alcuni dei quali con una base popolare, da cui sono stati sviluppati nuovi materiali; canto di voce umana con testo, oscillante tra espressione immateriale e senso descrittivo. L’eterogeneità creativa, all’interno di un’intenzione coerente, é stato uno dei principali motivi ispiratori del progetto.

LLUÍS MESEGUER (Autore del libretto)
Scrittore letterario e di ricerca, ha dedicato buona parte della ricerca e della didattica allo studio dello spettacolo musicale e drammatico. Attualmente è professore ordinario di Letteratura presso l’Università Jaume I (Castelló de la Plana, Spagna).

Del concetto letterario dell’opera dice:
La necessità di realizzare il libretto per un’opera contemporanea ha condizionato la creazione del testo in tre aspetti principali a) necessità di legare le caratteristiche formali, semantiche e foniche a una concezione complessa musicale e spaziale dell’opera; (b) estendere il discorso lirico fino la polifonia delle possibilità di dizione del monologo o del dialogo in prosa, il testo giornalistico, e il testo tecnico o funzionale; e (c) combinare la contemporaneità dello stile generale dell’opera con i riferimenti verbali ed espressivi del periodo storico dei personaggi e delle proprie loro opere.

RAFEL DURAN (Direttore scenico)
Regista teatrale formatosi accademicamente presso l’Istituto del Teatro di Barcellona. Comincia il suo apprendistato nei primi anni novanta, negli spazi del teatro alternativo. È autore e realizzatore di molti spettacoli multidisciplinari e di adattamenti drammatici ricavati da testi non teatrali.

ANTONI MARSOL (Baritono)
Il suo repertorio spazia in generi diversi, dal Medioevo e Rinascimento fino ai nostri giorni, svolgendo un’attività concertistica in differenti rassegne e festivals nazionali e internazionali, e collaborando con diverse orchestre. Tra le registrazioni discografiche spiccano l’ Ars Harmonica e L´adéu de Lucrècia Borja di Carles Santos.

ALICIA FERRER (Soprano)
Ha debuttato interpretando il ruolo di Gilda nel Rigoletto. Ha interpretato Marie ne La fille du régiment, Adina ne L’elisir d’amore e Marguerite nel Faust. Ha cantato in opere da camera come La serva padrona, in musicals come West Side Story e in operette come La Generala, in prestigiosi festivals e teatri tra i quali il Gran Teatro del Liceu, il Palau de la Música Catalana.

TONI COMAS (Tenore)
Ha debuttato nell’opera sul palcoscenico del Liceu, in Herodiade di Massenet. Successivamenteha cantato in molte opere tra le queli Così fan tutte, Il flauto magico, Capriccio e Turandot. Dal 1992 ha partecipato a quasi tutti lavori teatrali di Carles Santos.

CLAUDIA SCHNEIDER (Mezzosoprano)
Debutta al Liceu il 2000 nel Chisciotte e inizia la sua collaborazione con il pianista e compositore Carles Santos, partecipando a molte prime esecuzioni, in concerti e opere. La discografia include varie opere di autori contemporanei.

Fortuny Venise

(Riassunto dell’argomento)

Parte I
Incendio a Venezia, Fabbrica di tessuti Fortuny. L’attuale proprietario deplora le perdite ed evoca l’artista morto.

Un incendio nel Molino Stucky all’Isola della Giudecca a Venezia, danneggia gravemente i tessuti conservati nell’adiacente stabilimento fondato da Mariano Fortuny, artista e progettista poliedrico figlio del pittore Mariano Fortuny Marsal e di Cecilia de Madrazo. L’imprenditore egiziano Samir Riad, proprietario attuale della fabbrica, si rammarica per le perdite ed evoca il rimpianto artista. Con un salto temporale all’indietro, Henriette Nigrin, moglie e collaboratrice di Fortuny, accompagna il marito moribondo, evocando i tempi passati con la canzone veneziana La barchetta.

Parte II
In contrasto con la Venezia turistica attuale, Fortuny e Henriette cercavano, un centinaio di anni fa, l’ideale della bellezza e della libertà.

Nella contemporanea Venezia, variamente popolata dal turismo di massa, difficilmente risuona il nome di Fortuny. In contrasto con la problematica memoria attuale, un secolo prima, Fortuny e la sua amante Henriette, ex-modella di Parigi, giocano con sensuale complicità nel Palazzo Orfei-Pesaro di Venezia, che l’artista aveva acquistato, condividendo gli ideali dell’arte, contro i limiti e le convenzioni imposte dalla borghesia nei saloni dei palazzi, soprattutto il Martinengo, residenza della madre di Fortuny, Cecilia de Madrazo. Infine i due intonano un duetto che esalta la gioventù e la libertà.

Parte III
Fortuny, alla ricerca della bellezza naturale, scopre l’effetto della luce indiretta, inventa una cupola scenografica per l’opera moderna, con Henriette e i suoi collaboratori disegna tessuti e vestiario: creazione dell’impresa.

Fortuny è da solo nel suo studio di palazzo Orfei, immerso in una ricerca notturna, febbrile e solitaria, per il rinnovamento della scenografia e dell’illuminazione dell’opera, motivata da un incarico scenografico per il Tristano e Isotta, opera che l’aveva deluso in una messinscena vista negli anni della sua infanzia a Bayreuth. Perseguendo l’applicazione naturale dei principi dell’arte totale di Wagner, in modo inatteso, scopre l’effetto della luce indiretta e la possibilità di utilizzarla per mezzo una cupola di sua invenzione. Entra Henriette, attiva collaboratrice nella ricerca di un sistema per realizzare tessuti plissati, che presenta il primo modello di vestito: il Delphos. In un crescendo creativo, nel quale partecipa anche il Collaboratore, si programma la creazione di aziende e atelier per la diffusione internazionale delle invenzioni e delle licenze di Fortuny, nei settori della scenografia, l’illuminazione e l’abbigliamento.

Parte IV
Le produzioni di Fortuny trionfano in Europa e negli Stati Uniti, con la collaborazione di musicisti, scrittori, artisti e imprenditori. Gradualmente, la creazione colpisce contro i limiti della tecnica e il mercato, mentre la crisi sociale esplode in un climax d’incertezza e di guerra.

Le creazioni di Fortuny avanzano con il secolo XX, con una crescente tensione fra l’impulso della creazione e le leggi del mercato. Dopo gli iniziali successi, cominciano ad accumularsi le difficoltà, sempre più evidenti. Si va dal successo delle invenzioni a Parigi, nel teatro della Contessa de Béarn, in collaborazione con lo scenografo Adolphe Appia; all’interesse di drammaturghi tedeschi come Max Reinhardt, di dive della scena come Eleonora Duse, fino alla collaborazione con lo scrittore Gabriele D’Annunzio. Le creazioni di Fortuny si aprono al mercato dell’abbigliamento di qualità e la collaboratrice Elise McNeil ne diffonde l’impatto commerciale negli Stati Uniti. Tuttavia emergono sempre più difficoltà, dovute a problemi burocratici o alla intervento di tecnici e impresari teatrali. La crisi aumenta per la situazione di crisi economica e politica degli anni trenta, fino a raggiungere un climax, un tutti finale caratterizzato dall’incertezza e dalla guerra.

Parte V
Con la sconfitta bellica, la Belle Époque è finita e la decadenza accompagna Fortuny alla morte. Henriette, orfana della bellezza, è stata chiamata da Elise per rilanciare l’azienda.

Mariano e Henriette sono all’interno di una tenda di tipo arabo, piantata all’interno del salotto di Palazzo Orfei per proteggersi dal freddo. Da una desolata Venezia, i due soffrono per le conseguente della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso il segnale incerto di un apparecchio radiofonico, apprendono della morte di Mussolini. Il passato viene cancellato assieme agli ideali della Belle Époque. Il futuro non sembra più possibile. Mariano muore e Henriette intona un’elegiaca e addolorata aria sulla perdita della bellezza. Compare Elsie con la volontà di rilanciare “Fortuny Venise”.

Parte VI
Cent’anni dopo i primi disegni di Fortuny, e dopo l’incendio, il proprietario descrive l’azienda come un esempio della dignità del commercio e la bellezza.

Tre anni dopo l’incendio del Molino Stucky, l’azienda annuncia un ricevimento internazionale per commemorare il centenario del primo disegno di tessuti di Fortuny. Progettisti, nobili, architetti e personalità dei mass media si radunano alla Giudecca, ed elogiano i valori della segreta fabbricazione e della qualità propria dello stile Fortuny. Autentici turisti della perfezione e della bellezza, sono guidati da Samir, che descrive la qualità artigianale e commerciale delle produzioni. In un’intensa aria, si propone, lasciandola aperta, l’eterna domanda: chi può mettere un prezzo alla bellezza?